Manzini Michele (Verona, 1967)

IL CELESTE CONFINE

L’UOMO E' UN ESSERE CHE STA ' TRA LA NOTTE E IL GIORNO
E' COLUI CHE ABITA ENTRAMBI I REGNI
QUELLO DELLA VITA E QUELLO DELLA MORTE
E' LA TRAGEDIA AD EREDITARE QUESTA GRANDE INTUIZIONE
IL SAPERE TRAGICO E' QUELLA PASSIONE, QUEL DOLORE DEL MONDO CHE PENETRA DENTRO L’UOMO
ANCHE NEL SONNO
ANCHE SUO MALGRADO
L’ORIZZONTE TRAGICO NON E' LA NARRAZIONE DI EVENTI LUTTUOSI: E' UN PENSIERO
E' CIO' CHE ANNULLA LA DISTANZA TRA POLIS E CIO' CHE E' ESTERNO
TRA MASCHILE E FEMMINILE
TRA UMANO E DIVINO
TRA NATURA E ARTIFICIO
E' IL PENSIERO CHE SCOPRE CHE IL RAPPORTO DELL’UOMO CON IL MONDO E CON IL DIVINO SI REALIZZA
DENTRO UN CONFLITTO
E' DOVER PENSARE ALLA RADICALITA' DI CONFLITTI E DI CONTRADDIZIONI CHE NON SI POSSONO,
MA SI DEBBONO PENSARE INSIEME
E' STABILIRE UN ORIZZONTE CHE NON OPERI UNA SCELTA SACRIFICALE CHE ANNIENTI L’ALTRO, LA DIFFERENZA
E CHE DUNQUE ANNIENTI LA REALTA' STESSA DEL MONDO.